"Ma": la terribile parola della disperazione.— Tommaso Landolfi
"Ma": la terribile parola della disperazione.
Il bianco è il colore sfacciato del pudore.
Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.
L'uomo decade e involgarisce, si fa grosso ed ottuso, secondo o quando decade in lui il senso religioso delle parole.
Quando ci si sente tristi e addolorati ecc. basta mangiare un po' di cioccolata o aspettare un po' di tempo perché tutto si metta matematicamente a bene.
Al mondo non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano.
E io ti dico, un dolore disperato è privo di passione.
Poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l'incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale.
Il successo è la buona fortuna che proviene dall'aspirazione, dalla disperazione, dalla traspirazione e dall'ispirazione.
Non c'è disperato così povero e impotente, che non sia buono a qualche cosa nel mondo da che è disperato.
Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.
Non disperare. Ogni sconfitta getta i semi della vittoria.
È disperante frequentare persone per cui si prova disprezzo: essere obbligati, per pura cortesia, ad ammirare cose la cui insignificanza fa compassione.
La vita non è che una lunga perdita di tutto ciò che si ama. Ci lasciamo dietro una scia di dolori. Il destino ci confonde con una prolissità di sofferenze insopportabili. E con tutto ciò ci si stupisce che i vecchi si ripetano. È la disperazione che ci rimbecillisce.
L'amore vero si dispera o va in estasi per un guanto perduto o per un fazzoletto trovato, e ha bisogno dell'eternità per la sua devozione e le sue speranze. Si compone insieme dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo.
Si deve lavorare, se non per il gusto, almeno per disperazione, perché, ad attenta verifica, il lavoro è meno noioso del divertimento.