L'unica razza che conosco è quella umana.— Albert Einstein
L'unica razza che conosco è quella umana.
L'uomo di scienza non è niente altro che un misero filosofo.
È un errore frequente misurare le cose in base al denaro che costano.
Le Nazioni Unite per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità.
Torna a eterno merito della scienza l'aver liberato l'uomo dalle insicurezze su se stesso e sulla natura agendo sulla sua mente.
Dovremmo stare attenti a non fare dell'intelletto il nostro Dio; esso ha, certamente, muscoli potenti, ma nessuna personalità.
Il razzismo è un modo di delegare ad altri il disgusto che abbiamo di noi stessi.
Io non domando a che razza appartenga un uomo, basta che sia un essere umano; nessuno può essere qualcosa di peggio.
Con la creazione dell'Impero la razza italiana è venuta in contatto con altre razze; deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione.
Il razzismo. È la paura del diverso, la persecuzione dell'estraneo: che sia l'ebreo internato nei campi di concentramento, l'uomo di colore ghettizzato dall'apartheid, o il vu cumprà all'angolo della strada.
La persecuzione antiebraica è solo uno degli aspetti del razzismo nel mondo, ma ne è stata l'espressione più orribile.
Il razzismo finirà quando si potrà dare dello stronzo a un negro.
Un uomo dovrebbe, qualunque cosa accada, tenere per la propria casta, razza e discendenza. I bianchi vadano con i bianchi, i negri con i negri.
I terroni non so, ma noi italiani non siamo razzisti.
È facile cantare in tempi felici. Ma è duro farlo di fronte agli insulti, alle paure, alla minaccia della violenza, in mezzo all'odio o al silenzio dell'inazione: gli inni dei diritti civili aiutarono la causa di un popolo.