La massima conoscenza è sapere che siamo circondati dal mistero.— Albert Schweitzer
La massima conoscenza è sapere che siamo circondati dal mistero.
Quello che puoi fare tu è solo una goccia nell'oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita.
Qualsiasi persona a cui sia risparmiato il dolore personale si deve sentire chiamata per aiutare a diminuire quello degli altri.
È la capacità dell'uomo di simpatizzare con tutte le creature viventi che fa di lui veramente un uomo.
La coscienza tranquilla è un'invenzione del diavolo.
Un uomo è morale soltanto quando considera sacra la vita come tale, quella delle piante e degli animali altrettanto di quella dei suoi simili, e quando si dedica ad aiutare ogni vita che ne ha bisogno.
Il progresso della conoscenza avviene perché noi possiamo basarci sul lavoro dei grandi geni che ci hanno preceduto.
Il desiderio di conoscenza, come la sete di ricchezza, aumenta continuamente con l'acquisto.
La conoscenza è l'artificio che la vita ha inventato per dimenticare ciò che essa è: una vertigine immane.
La conoscenza non è sufficiente, dobbiamo applicarla.
Nessun uomo ha mai avuto conoscenza certa, né alcuno l'avrà mai sugli dèi e su tutte le cose che dico, e se anche qualcuno arrivasse a esprimere una cosa compiuta al più alto grado, neppur lui ne avrebbe tuttavia vera conoscenza, poiché di tutto vi è solo un sapere apparente.
La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l'orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione.
Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.
Conoscere significa distinguere, sapere che una cosa è quella e non tutte le altre, con cui pure ha molto in comune, così come una persona è quell'individuo, unico e irripetibile, e non tutti gli altri cui pure per certi versi tanto assomiglia.
Sapere sia di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è conoscenza.
Ciò che si dice la conoscenza consiste nel ricondurre l'ignoto al noto; ma la vera conoscenza, la conoscenza essenziale, non dovrebbe procedere nel senso opposto?