Il lusso va benissimo, purché sfrenato.
Il sonno della ragione produce ministri.
Scrivere oggi un romanzo tradizionale pare anacronistico e temerario come uscire in carrozza e cilindro, generoso e sfortunato come l'ultima carica del Savoia Cavalleria contro i carri armati russi.
All'inferno ci va chi ci crede.
Per quel che riguarda la leggerezza non ho certo dovuto aspettare Italo Calvino per scoprirla. Prima di lui se si era sospettati, anche giustamente, di leggerezza si veniva biasimati molto: poi è arrivato Calvino e in un colpo solo l'ha redenta, come per magia.
La poesia l'ho letta perché mi piaceva, mica per dare degli esami alla facoltà di Lettere!
A mitigare la miseria umana, il mezzo più efficace sarebbe la diminuzione, anzi l'abolizione, del lusso.
Concedetemi il lusso, e chiunque può tenersi il necessario.
Dammi i lussi della vita e farò volentieri a meno delle cose necessarie.
Nella società opulenta non si può fare nessuna valida distinzione tra i lussi e le necessità.
Il lusso non è il contrario della povertà, ma della volgarità.
Il lusso è un'esigenza che comincia dove la necessità finisce.
La legge del lusso non è aggiungere, ma togliere.
Restituire è il nuovo lusso.
La più triste delle cose che posso immaginare è essere abituati al lusso.