Fare sul serio senza prendersi troppo sul serio.— Alberto Camerra
Fare sul serio senza prendersi troppo sul serio.
Lo ricordi cosa facevi da bambina? Salivi sopra il colle. Non importava quanto fosse lontano il traguardo. Salivi sulla cima. Il vento ti abbracciava e ti trascinava con sé, ma succedeva per poco: poi eri tu a trascinare il vento.
Tra quattro mura ci stava a fatica. Si sentiva soffocare. Adorava il mare vicino. La risacca. L'aria salina. Le notti di tempesta trascorse vicino al faro sulla costa.
Voi giovani, con una vita intera davanti, coltivate l'arte della fretta.
Possiamo imparare qualcosa su noi stessi vedendo con quale caparbietà anche la fragilità riesce a sopravvivere.
Un'ombra distante e appena accennata, un sospiro tenue e ripetuto come il frinire delle cicale nascoste dentro un campo di grano.
L'umanità si prende troppo sul serio. É il peccato originale del mondo. Se l'uomo delle caverne avesse saputo ridere, la Storia avrebbe seguito un altro corso.
La vita può essere selvaggiamente tragica delle volte, e ne ho avuto la mia parte. Ma qualunque cosa ti accada, devi mantenere una leggera attitudine comica. In ultima analisi, non devi dimenticare di ridere.
Ci sono dei personaggi che sono considerati dei fessi - anche da me, tra parentesi - e non si può pretendere che vengano lodati. Ci sono dei personaggi che sono dei bersagli naturali, e quindi purtroppo sono oggetti di un'ironia più cattiva, più amara.
L'obiezione, la deviazione, l'allegra sfiducia, il desiderio di ironia sono segni di salute: tutto ciò che è assoluto rientra nella patologia.
Per raccontare gli uomini, questi bizzarri animali che fanno ridere e piangere insieme, bastano due sentimenti che in fondo sono due ragionamenti: la pietà e l'ironia.
Non con l'ira ma col riso s'uccide.
Temere l'ironia, è temere la ragione.
Ogni passione amorosa è imperfetta se non la illumina lo sguardo ilare, acuto e penetrante della conoscenza.
Dobbiamo saper anticipare il comico che c'è in noi. Così potremo evitare che gli altri si prendano gioco delle nostre imperfezioni.
Ero più forte quando ridevo della mia debolezza.