Se già hai l'amore, che te ne fai del matrimonio?— Aldo Busi
Se già hai l'amore, che te ne fai del matrimonio?
Se uno scrittore deve mettersi nei panni dell'orizzonte di attesa di un lettore, questo lettore deve essere lui stesso: che scriva dunque come e cosa gli piacerebbe leggere.
Purtroppo la mamma generica commette lo stesso madornale errore della Chiesa in fatto di sesso: lo rinnega, lo plasma, lo stigmatizza.
La lingua, come la realtà, è vendicativa: o la pensi o sei pensato. E se sei pensato, sei fritto.
La vita ha le parola che può, la fiaba le parole che deve.
Un uomo single non è un uomo solo, è, semmai, un uomo da solo.
Che cos'è la felicità si saprà soltanto dopo essersi sposati. Ma allora sarà troppo tardi.
Chi non riesce a fare insegna. Chi non riesce a sposarsi organizza.
È meglio sposarsi che ardere.
I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.
Preferisco andare a un funerale che a un matrimonio.
Andando infinite anime di quelli miseri mortali, che nella disgratia di Dio morivano, all'inferno, tucte o la maggior parte si dolevono, non per altro, che per havere preso moglie essersi a tanta infelicità condotte.
Non conosco migliore scuola di anarchia del matrimonio indissolubile.
È curioso: nel gioco del matrimonio le mogli detengono tutti gli onori e invariabilmente perdono ogni singola malia.
Chiunque si sposi una terza volta non merita proprio nulla, che è esattamente ciò con cui si ritroverà.
Il matrimonio è popolare perché unisce il massimo della tentazione con il massimo dell'opportunità.