Non si può avere una civiltà durevole senza una buona quantità di amabili vizi.
Come potete conoscere tutto dell'amore se prima non l'avete fatto con tutte le donne possibili?
La dignità ufficiale tende a crescere in proporzione inversa all'importanza del paese in cui ha sede l'ufficio.
Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra l'entrata principale le parole: "Centro di incubazione e di condizionamento di Londra Centrale" e in uno stemma il motto dello Stato Mondiale: "Comunità, Identità, Stabilità".
Una cattiva imitazione è buffa solo quando è intesa come adulazione e quando non riesce molto bene.
Non c'è civiltà senza stabilità sociale. Non c'è stabilità sociale senza stabilità individuale.
Questo è il pericolo, quando il vizio diventa un precedente.
La politica dovrebbe rappresentare interessi, interpretare ideali, colmare il divario tra sogno e realtà; non può essere fatta solo sottolineando i vizi del proprio avversario.
I vizi dovunque generano l'odio, perché consumano e non creano.
Regola: Non estirpate i vizi, se volete avere delle belle dame. Altrimenti somiglierete a quegli imbecilli che distruggono i bruchi pur andando pazzi per le farfalle.
Nessun vizio, però, è connaturale all'uomo, mentre lo è la virtù.
Il vizio non può credere alla virtù per quella ragion medesima per cui la vigliaccheria non può credere all'eroismo.
Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
I rapporti con una gran quantità di persone sono deleteri: c'è sempre qualcuno che ci suggerisce un vizio o ce lo trasmette o ce lo attacca a nostra insaputa.
Fuggire il vizio è virtù e la saggezza comincia col tenersi lontani dalla follia.
È noto che il vizio paga omaggio alla virtù; cosa che noi definiamo ipocrisia.