Prima regola prudenza, la seconda audacia.— Alessandro Baricco
Prima regola prudenza, la seconda audacia.
Guardare i quadri è un'attività che conviene centellinare, per non farsi travolgere da quell'impasto di goduria e frustrazione a cui solo anime sottilmente perverse possono sopravvivere.
È un viaggio per viandanti pazienti, un libro.
Il mondo di fuori è sempre là. Puoi fare qualsiasi cosa ma stai certo che te lo ritrovi al suo posto, sempre. C'è da non crederci, ma è così.
Si imparano un sacco di cose, avendo la pazienza di farlo.
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d'un tratto, esplode.
La bravura quando non si fonda sulla base della prudenza, si chiama temerità, e le prodezze del temerario più si attribuiscono alla buona fortuna che al suo coraggio.
Mina ora è più audace con gli arrangiamenti, osa molto e il pubblico la premia, perché, anche se "strano", inconsueto, innovativo, un arrangiamento fatto da un grande professionista alla fine dà sempre i suoi frutti.
Ogni grande progresso scientifico è scaturito da una nuova audace immaginazione.
Tutti gli sciocchi sono audaci.
La realtà, a vederla bene, è dura, non sempre giusta, ma io la prendo come una sfida e dico sempre: andiamo a vedere fino in fondo. Questo è ciò che ci fa essere uomini, andare avanti nonostante tutto, anche se intorno la realtà ti fa schifo.
Affronta la vita, Son affanni e piaceri, Che non sian inesplorate Le strade di ieri.
Gli italiani sono buoni a nulla ma capaci di tutto.
L'audacia non è sempre un sinonimo del coraggio. Può essere soltanto un segno di scarsa immaginazione.
Non gli si presentava ostacolo che sembrasse insormontabile. Egli poteva venire sconfitto, come a volte è stato, ma non fuggì mai dalle avversità con impazienza, non scappò da nessun pericolo con codardia.
Non conviene che il debole abbia lingua audace.