Ti amo, ti ho sempre amata, ti amo da generazioni. Mio padre ti amava prima di me, mio nonno prima di lui.

Alessandro Bergonzoni
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La nostra interpretazione

L’amore descritto qui assume una dimensione paradossale e quasi mitica, come se non appartenesse più al solo individuo ma fosse una proprietà ereditata, tramandata nel tempo. Non si tratta soltanto di un sentimento personale, ma di una sorta di filo affettivo che attraversa le generazioni, come se la stessa persona fosse stata amata da padre, nonno e poi figlio, in una catena ininterrotta. Questo esagera volutamente la forza e l’ossessività dell’innamoramento, fino a farlo sembrare un destino familiare più che una scelta. L’iperbole suggerisce un amore totalizzante, che non conosce inizio né fine, collocandosi fuori dal tempo lineare. Allo stesso tempo, c’è un elemento ironico e surreale: l’idea che la stessa figura femminile sia stata oggetto del desiderio di più generazioni rende la scena impossibile e quindi comica, ma proprio per questo mette in risalto la tendenza umana a assolutizzare i sentimenti, proclamandoli eterni, assoluti, “da sempre” e “per sempre”, anche quando questa eternità è chiaramente una costruzione immaginaria. Questo contrasto tra serietà e assurdo fa emergere sia la profondità che la fragilità della dichiarazione amorosa.

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