Le fonti si confondono col fiume, i fiumi con l'Oceano, i venti del Cielo sempre in dolci moti si uniscono, niente al mondo è celibe, e tutto per divina legge in una forza si incontra e si confonde. Perché non io con te?
— Percy Bysshe Shelley
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La nostra interpretazione
Percy Bysshe Shelley propone una visione cosmica dell'unione e della connessione universale tra tutte le entità. In questa prospettiva, l'autonomia appare come un'illusione poiché ogni elemento viene visto attraverso il prisma di interdipendenza con altri elementi nella natura. Le descrizioni poetiche del confondersi delle fonti nei fiumi e dei venti che si mescolano suggeriscono una fluidità senza fine tra le cose, simboleggiando la connessione eterna nel cosmo.
Applicato all'esperienza umana dell'amore, Shelley sembra sostenere l'intrinseca interdipendenza degli individui e il desiderio di unione. La domanda retorica finale suggerisce che questa connessione cosmica dovrebbe estendersi anche alla relazione amorosa tra due esseri umani.
In questo contesto, l'amore viene visto non come una forzatura artificiale o incoerente con la natura del cosmo ma piuttosto qualcosa di inevitabile e coerentemente parte della legge universale dell'unione. La poesia invita a vedere il rapporto amoroso nella sua essenza purissima, come una manifestazione necessaria dello schema cosmico in cui viviamo.
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