Chi viaggia senza incontrare l'altro, non viaggia, si sposta.— Alexandra David-Néel
Chi viaggia senza incontrare l'altro, non viaggia, si sposta.
Non appena la minima particella di saggezza è entrata nello spirito di un uomo egli aspira alla solitudine.
Io e mia moglie siamo stati felici per vent'anni. Poi ci siamo conosciuti.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l'altro. È come se avessi delle parole a mo' di dita, o delle dita sulla punta delle mie parole.
E allora mi dico che, se nel mondo ci sono persone che suonano il violino, cambiano pannolini, girano video porno amatoriali, insegnano hip-hop, seminano e leggono Harry Potter, fra sette miliardi ce ne sarà almeno una che stava aspettando proprio me, nei dieci minuti in cui io la incontrerò.
Non ci sono estranei, solo amici che non hai ancora incontrato.
Gli incontri organizzati attraverso un computer vanno bene, se sei un computer.
Ogni giorno andiamo in giro in mezzo alla ressa, corriamo di qua e di là, arriviamo quasi a toccarci ma in realtà c'è pochissimo contatto. Tutti quegli scontri mancati. Tutte quelle possibilità perse. È inquietante, a pensarci bene. Forse è meglio non pensarci affatto.
Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so, incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada.
In questo nostro pellegrinaggio terreno non siamo soli: incrociamo il cammino di altri fedeli, a volte condividiamo con loro un tratto di strada, a volte viviamo insieme una sosta che ci rinfranca.
L'eccitazione più grande derivava loro dal pensiero di incontrare un uomo con una sciarpa arancione al collo. La sciarpa arancione era quello che per tradizione distingueva il presidente.