Nel giornalismo c'è questo di buono: ciò che è scritto oggi è dimenticato domani.
Sposare una donna che vi ama e che voi amate, è scommettere con lei su chi smetterà per primo di amare.
Se tutte le persone fossero sagge e buone, non succederebbe niente e la terra sembrerebbe inabitabile.
La danza moderna? Non è più danza, è decadenza.
Certe donne preferiscono non far soffrire molti uomini contemporaneamente, e si concentrano invece su uno solo: sono le donne fedeli.
Il primo dell'anno: giorno straziante quando non si ha famiglia, odioso quando la si ha.
Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale. Se no vado al cinema.
I giornali sono un brutto vizio. Sono l'equivalente, in campo letterario, delle tavole calde in campo gastronomico.
Sono la personificazione del rischio. Sono solo una giornalista curiosa.
Provo ripugnanza per questo modo di fare giornalismo.
Saranno i giornali a riprendere nella loro cronaca il grigiore di delitti e punizioni. La spartizione è fatta, che il popolo si spogli dell'antico orgoglio dei suoi crimini.
Sento un profondo disgusto per i giornali, ossia per l'effimero, per il transitorio, per quanto oggi è importante ma domani non lo sarà più.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Finalmente sono un giornalista anch'io: ora i fatti non mi interessano più.
Il giornalismo non è un mestiere che consenta un tempo libero autonomo rispetto alla professione. Richiede una vocazione. Se quella vocazione non c'è, è inutile provarci.
Dato che le fondamenta dei nostri governi sono l'opinione del popolo, il primo obiettivo dovrebbe essere di tenere questa opinione nel giusto; e se dipendesse da me decidere se dovessimo avere un governo senza stampa o stampa senza un governo, non esiterei un momento a preferire quest'ultimo.
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