Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima.
Un aforisma non deve necessariamente essere vero, ma deve superare la verità.
In principio era la copia per recensione, e uno la riceveva dall'editore. Poi scriveva una recensione. Poi scriveva un libro, che l'editore riceveva e rispediva come copia per recensione. Il prossimo a cui arrivava faceva lo stesso. Così è nata la letteratura moderna.
Non avere un pensiero e saperlo esprimere : è questo che fa di qualcuno un giornalista.
Che voluttà, mettersi con una donna nel letto di Procuste della propria visione del mondo.
Il pregiudizio è un indispensabile maggiordomo che respinge le impressioni fastidiose dalla porta di casa. Ma bisogna evitare di farci cacciar fuori noi stessi dal nostro maggiordomo.
Sento un profondo disgusto per i giornali, ossia per l'effimero, per il transitorio, per quanto oggi è importante ma domani non lo sarà più.
Un vero giornalista: spiega benissimo quello che non sa.
Come vorrei, certi giorni, che davvero i giornali raccontassero soltanto balle.
Per raccogliere i beni inestimabili prodotti dalla libertà di stampa, bisogna sapersi sottomettere ai mali inevitabili che essa fa nascere.
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
Il giornalista è sempre uno che dopo sapeva tutto prima.
Fare a pezzi un giornale quotidiano è l'unico mezzo per liberarsi, d'un colpo, da ladri, assassini, truffatori, apostoli, catastrofi.
I giornali sono pieni di sacrifici umani: li inscatolano, li rendono accettabili per i lettori; in un certo senso li ritualizzano. La cronaca è un bollettino di esecuzioni.
Il giornale è la conserva del giorno.
Se le parole sono state inventate per nascondere il pensiero, allora i giornali sono un grande miglioramento di una pessima invenzione.