Pane e burro, privi del fascino del salotto, sono cibo degli dei se mangiati sotto un albero.
Il pane del povero è duro, e non è giusto dire che dove cè poca roba c'è poco pensiero. Al contrario. Stare a questo mondo è una fatica, soprattutto saperci stare.
Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.
Gli ideali che nascono dal pane, fanno perdere il pane.
Senza il pane discerner da le giande, dal digiuno e da l'impeto cacciato, le mani e il dente lasciò andar di botto in quel che trovò prima, o crudo o cotto.
Una crosta mangiata in pace è meglio di un banchetto a cui si partecipa con ansietà.
Ministro: Regina, il popolo non ha più pane. Maria Antonietta: Che mangino brioches.
Nella parola pane si riassume l'essenziale della vita. E «guadagnarsi il pane» era pure sinonimo di lavoro onesto e dignità. Evidentemente, sparita la dignità, anche il concetto di pane ne ha risentito. E quanto al lavoro, sempre più così etereo... Il senso del pane si è perso.
Il pane è la vita degli italiani, e il grano finisce di maturare nella stagione più spessa di grandinate.
Durante la Grande Depressione del '29 in Central Park i piccioni portavano le briciole di pane ai passanti.
Viaggiare in America è come affondare un coltello caldo in un pane di burro.