L’amore autentico si manifesta quando cade ogni calcolo, ogni ricerca di tornaconto personale e ogni aspettativa di ricompensa. Non si tratta di un sentimento che misura ciò che dà in base a ciò che riceve, ma di un offrirsi gratuito e disinteressato, capace di trovare senso nel semplice fatto di amare. In questa prospettiva, l’altro non diventa un mezzo per colmare i propri vuoti o confermare la propria immagine, ma una persona da accogliere e custodire nella sua libertà, anche quando non restituisce nella stessa misura. La gratuità diventa allora una prova di maturità interiore: è il passaggio da un amore infantile, che chiede conferme e garanzie, a una forma più limpida e stabile, che non ha bisogno di condizioni per esistere. L’attenzione si sposta dal bisogno al dono, dal possesso alla cura. Amare così significa accettare il rischio di non essere compresi, di non essere ricambiati come si vorrebbe, ma anche scoprire una fonte più profonda di gioia, che nasce dal sentirsi in sintonia con ciò che di più alto l’essere umano può esprimere. In questa forma di amore, l’io si allarga, smette di porsi al centro e lascia spazio a un movimento che tende verso l’altro con rispetto, delicatezza e responsabilità, trovando proprio in questa libertà la sua verità più profonda.