La cortesia è per la natura umana quello che è il calore per la cera.
Ci si consola dei mali della vita con il pensiero della morte e della paura della morte con i mali della vita.
Dei beni ai quali non è mai venuto in mente a un uomo di aspirare, egli non sente la mancanza.
Ogni appagamento dei nostri desideri strappato al mondo è appena simile all'elemosina, che oggi tiene in vita il mendico perché domani ancor soffra la fame.
Il genio è, tra le altre teste, ciò che è il carbonchio fra le pietre preziose: esso irradia luce propria, mentre gli altri riflettono solo la luce che ricevono.
La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo, ma la stupidità in questo.
La cortesia è il desiderio di essere ricambiati e di essere considerati gentili.
La cortesia è fondamentale: a volte tiene a bada anche la gente ringhiosa.
La cortesia è un tacito accordo di ignorare reciprocamente la misera natura morale e intellettuale e di non rinfacciarsela a vicenda; di modo che con reciproco vantaggio essa viene a galla un po' meno facilmente.
Cortesia è saggezza, scortesia quindi è stupidità: il crearsi nemici con questa senza bisogno e per capriccio, è pazzia, come quella di chi appicca il fuoco alla propria casa.