La gloria, quanto più dovrà durare, tanto più tardi giungerà.
Se l'uomo fosse destinato a pensare, non avrebbe gli orecchi.
Nel mondo non si ha altra scelta che quella tra la solitudine e la volgarità.
La socievolezza fa parte delle tendenze pericolose, anzi rovinose, poiché ci mette in contatto con esseri, la cui grande maggioranza è moralmente cattiva, e intellettualmente ottusa, o deviata.
Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.
Nessuno è divenuto artista per lo studio dell'estetica, né un nobile carattere s'è formato con lo studio dell'etica.
In volo per la gloria... o morte o vittoria!
La gloria presso il popolo, ecco ciò a cui bisogna aspirare. Niente varrà mai quanto lo sguardo sperduto della salumiera che ci ha visto in televisione.
Infelice colui che legge la sua gloria nello sguardo volubile del pubblico.
Oltre a essere effimera, la gloria non è priva di conseguenze.
Nella tomba non c'è posto per la gloria.
La gloria degli scrittori, non solo, come tutti i beni degli uomini, riesce più grata da lungi che da vicino, ma non è mai, si può dire, presente a chi la possiede, e non si ritrova in nessun luogo.
La gloria è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.
A colui che prova e fallisce e muore, io do grande onore e gloria e lacrime.
Sicuramente un Re che ama il piacere è meno pericoloso di uno che ama la gloria.
V'era sulla piazza principale di Corinto una statua scolpita da Silanione e catalogata da Plinio: rappresentava Epistato. Chi era Epistato? L'inventore dello sgambetto. Ciò riassume la Grecia e la gloria.