Le cose che ami di più, hai paura di prenderle.
— Audrey Hepburn
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La nostra interpretazione
Quando un sentimento è autentico e profondo, non è mai completamente leggero. Proprio ciò che si desidera di più porta con sé il timore di perderlo, di rovinarlo, di non esserne all’altezza. L’oggetto dell’amore diventa qualcosa di così prezioso da generare esitazione e insicurezza. Il cuore avanza e si ritrae insieme: da un lato il desiderio di stringere a sé, dall’altro il bisogno di proteggere quella cosa o quella persona dalla propria stessa presenza, dai propri difetti, dalle proprie fragilità.
Questo paradosso interiore può portare a rimanere fermi, a rinunciare a cogliere davvero ciò che si ama, quasi come se la distanza fosse una forma di tutela. Meglio contemplare da lontano, immaginare, idealizzare, piuttosto che affrontare la possibilità di un rifiuto, di un fallimento, di una fine. La paura non è solo paura dell’altro, ma anche paura di sé: di ciò che potremmo combinare, di quanto potremmo dipendere, soffrire, cambiare.
In questa dinamica si rivela la fragilità dell’amore autentico: non è debolezza, ma consapevolezza del valore. Chi teme di prendere ciò che ama davvero, spesso lo fa perché sa che, una volta preso, nulla sarà più superficiale o reversibile. Entreranno in gioco responsabilità, scelte, rischi reali. Così, il confine tra desiderio e paura diventa sottilissimo, e amare significa imparare a sopportare il peso di questo timore senza lasciare che paralizzi la propria vita.
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