L'empatia è il lievito della politica.— Beppe Severgnini
L'empatia è il lievito della politica.
Chi scrive chiaro, sa scrivere.
L'estate è emotiva, relativa, esagerata. In una parola: italiana.
Cercare, preparare, disporre, controllare, ricordare, mantenere le promesse costa fatica.
Scrivere è scolpire: occorre soprattutto togliere, con un obiettivo in mente e un po' di ironia nelle dita.
Chi difende il buon italiano non difende la pedanteria, né rifiuta le innovazioni: difende invece il buon senso, e accetta le novità.
Chi non si occupa di politica, ha già preso quella decisione politica che voleva risparmiarsi: serve il partito al potere.
Tutti gli squadroni presuntuosi che partono per spaccare il mondo e non si fanno un mazzo così finiscono poi eliminati al primo turno. Questo vale anche in politica ed è questo il bello della vita e delle sfide, tutto rimane in gioco fino all'ultimo.
La politica italiana è un circo, senza neanche domatori, solo pagliacci.
Di più di un politico si potrebbe dare questa definizione: Uomo, che se sa quel che dice, mente, e se non mente, non sa più quel che dice.
È sorprendente quanto possano essere saggi gli statisti, quando hanno dieci anni di ritardo.
Il bizantinismo della politica italiana è favorito anche dalla spasmodica attenzione che noi giornalisti dedichiamo a ogni alito che soffi dal palazzo [...]. La politica italiana ruota spesso intorno al nulla. E anche il nulla, a volte, diventa una notizia.
La Rete è politica allo stato puro.
Chi pensa che la religione non debba avere nulla a che fare con la politica, non ha capito nulla né della religione né della politica.
Le politiche sono molte, i princìpi sono pochi, le politiche cambiano, i princìpi mai.
Il vero e retto fine dell' attività politica è il benessere materiale e spirituale della società, in modo che i diritti e i doveri siano da tutti rispettati e tutelati.