L'empatia è il lievito della politica.— Beppe Severgnini
L'empatia è il lievito della politica.
Nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi, improvvisi lo sono veramente. D'improvviso c'è solo il momento in cui ne prendiamo coscienza.
Scrivere bene si può, e non è neppure difficile. L'importante è capire chi scrive male, e regolarsi di conseguenza.
La persona media guarda senza vedere, sente senza ascoltare, tocca senza sentire, respira senza percepire i profumi, mangia senza gustare, parla senza pensare.
Metà dei vizi che il mondo condanna con più veemenza portano dentro di sé il seme del bene, e richiedono un uso moderato piuttosto che la totale astinenza.
Se da giovani viaggiare è utile, da meno giovani diventa fondamentale. La curiosità è l'antiruggine del cervello.
La differenza di religione nutre più diatribe delle differenze politiche.
Se metti quindici democratici in una stanza avrai venti opinioni.
Antipolitica è fondare un partito per non finire in galera e non fallire per debiti.
Le donne devono cominciare prima a liberarsi delle loro catene individuali (la lotta per l'aborto, per la parità salariale, ecc.) e in 'seguito' occuparsi di politica.
Comune alla democrazia, all'oligarchia, (alla monarchia) e ad ogni costituzione è la necessità di badare a che nessuno si innalzi in potenza tanto da superare la giusta misura.
In tutto l'Occidente è in corso un processo per cui i veri centri di decisione rischiano di trasferirsi fuori dalla politica. Esiste il pericolo che la politica diventi una sovrastruttura che galleggia su altri centri di potere né palesi né responsabili.
Il consumismo verde è un'altra forma di atomizzazione della società, perché sostituisce l'azione collettiva. Nessun problema politico può essere risolto facendo acquisti.
Non si fa la politica con discorsi, feste popolari e canti, la si fa solo con sangue e ferro.
All'identificazione tende a sostituirsi un senso di estraneità. Alla militanza la diffidenza: un sentimento misto di frustrazione per l'impotenza dei decisori e d'insofferenza per la loro intrusività.
La legge generale dello sviluppo delle istituzioni politiche concepite dall'idealismo rivoluzionario è che inizino come espressioni di coscienza e col tempo diventino enti per l'emissione di autorizzazioni e la distribuzione delle poltrone.