La tolleranza è come il vino: un po' fa bene, troppa è dannosa.
Vai dove ti porta il cuore; ma usa la testa, altrimenti ti rovini il fegato.
Solo la costanza dei comportamenti produce risultati. Le cose buone fatte saltuariamente servono poco.
Scrivere bene si può, e non è neppure difficile. L'importante è capire chi scrive male, e regolarsi di conseguenza.
Un insegnante è un minatore di talento. Non ha il diritto di estrarlo: ne ha il dovere. Ha di fronte gli stessi ragazzi, giorno dopo giorno. Sa dove cercare, se ha voglia di farlo.
Il marchio delle democrazie è l'imperfezione inquieta; il segno delle autocrazie è l'ignoranza soddisfatta.
Tolleranza. Saper ridere quando uno vi pesta i calli mentali.
A volte la vera tolleranza richiede una forza straordinaria, che spesso siamo troppo deboli per esercitare.
Rispetto solo coloro che mi resistono, ma non posso tollerarli.
Tutte l'onde son funeste a chi manca ardire e speme e si vincon le tempeste col saperle tollerar.
Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle.
Negli istanti in cui la vita ci appare tollerabile, non le domandiamo di avere un senso; è la disperazione del cuore che induce lo spirito ad essere troppo esigente.
La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.
Le leggi non vegliano sulla verità delle opinioni ma sulla sicurezza e l'integrità di ciascuno e dello Stato.
La tolleranza senza il dialogo è un eufemismo per l'indifferenza.
Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all'autocritica il risultato è sconfortante.