Non possiamo tollerare né i nostri vizi tradizionali né i loro rimedi.— Tito Livio
Non possiamo tollerare né i nostri vizi tradizionali né i loro rimedi.
Catone ebbe un ingegno tanto versatile e tanto adattabile ad ogni situazione che, qualunque fosse il settore in cui era impegnato, si sarebbe detto che fosse nato proprio per esercitare quell'unica attività.
Roma, città fortunata, invincibile e eterna.
La città è travagliata da questi due vizi: l'avarizia e la lussuria; e queste pesti hanno rovinato tutte le grandi cose dell'impero.
Una città che, partita da modestissimi inizi, è tanto cresciuta da essere ormai oppressa dalla sua stessa grandezza.
Pochissimo deve fidarsi l'uomo quando è giunto al sommo di ogni fortuna.
Vi è un limite oltre il quale la tolleranza cessa d'essere virtù.
Che cos'è la tolleranza? È la prerogativa dell'umanità. Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura.
L'uomo ha bisogno di trovare un senso e il senso ognuno lo trova e lo dà a quello che fa, quindi un senso ce l'ha per lui. Però non puoi venirmi a dire che il senso giusto è il tuo, ognuno troverà il suo senso, ci vuole tolleranza.
L'accettazione, la tolleranza e il perdono. Queste sono lezioni che cambiano la vita.
Ah, io non posso concepire né tollerare alcuna utopia che non mi lasci la libertà che mi è più cara: la libertà di vincolare me stesso.
La tolleranza senza il dialogo è un eufemismo per l'indifferenza.
La tolleranza, l'apertura e la comprensione verso le culture degli altri popoli, le strutture sociali, i valori e le fedi, sono ormai indispensabili per la sopravvivenza stessa di un mondo interdipendente.
La pace e la tolleranza sono le nostre politiche migliori, vorrei tanto che ci fosse permesso perseguirle.
Da noi c'è una grande tolleranza verso la satira perché è nella nostra tradizione una grande tolleranza verso i difetti nazionali.
Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti.