Non possiamo tollerare né i nostri vizi tradizionali né i loro rimedi.
I mediocri non sono mai fatti oggetto di odio perché l'odio mira in alto.
L'onore deve essere pari al merito.
Come il rigore dei genitori, così quello della patria veniva attenuato dalla pazienza e dalla sopportazione.
Le amicizie devono essere immortali, e mortali le inimicizie.
E non è solo il successo che insegna ‐ il successo è il maestro degli stolti ‐ ma anche la strategia razionale.
La tolleranza generale riguardo al chiasso inutile, ad esempio riguardo allo sbattere le porte, abitudine oltre modo maleducata e volgare, addirittura un sintomo dell'ottusità generale e della povertà di idee.
Il senso di massa e di gregge non aveva raggiunto nella vita pubblica la repugnante potenza che ha oggi; la libertà dell'agire privato era considerata – cosa oggi appena concepibile – legittima e sottintesa; la tolleranza non veniva come oggi disprezzata e ritenuta debolezza, ma esaltata quale energia morale.
La ricerca di giustizia e sicurezza, la lotta per le pari opportunità, la ricerca della tolleranza e armonia, la ricerca della dignità umana, sono gli imperativi morali per cui noi dobbiamo lavorare e a cui dobbiamo pensare su base giornaliera.
La tolleranza senza il dialogo è un eufemismo per l'indifferenza.
Da noi c'è una grande tolleranza verso la satira perché è nella nostra tradizione una grande tolleranza verso i difetti nazionali.
In un Umanismo Integrale, come quello in atto, non c'è posto per chi non sia nato a compiere o a tollerare qualsiasi crimine.
Sono prima di tutto un cristiano. Ma credo nella tolleranza religiosa e nel trovare i punti in comune tra tutti noi.
L'uomo ha bisogno di trovare un senso e il senso ognuno lo trova e lo dà a quello che fa, quindi un senso ce l'ha per lui. Però non puoi venirmi a dire che il senso giusto è il tuo, ognuno troverà il suo senso, ci vuole tolleranza.
Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all'autocritica il risultato è sconfortante.
Si può tollerare un falso indovino. Ma bisognerebbe sparare a vista ad un indovino autentico. Cassandra non prese neppure metà dei calci che meritava.