La frase di Carlo Maria Martini esplora la natura profonda dell'amicizia, elevandola al livello della divinità. Questo aforisma suggerisce che l'affetto più puro non è condizionato dalle azioni o dai meriti personali delle persone coinvolte; piuttosto, esso si manifesta come un dono incondizionato e universale offerto da Dio all'umanità. Martini sottolinea la disinteressatezza di questo tipo d'affetto che trascende le convenzioni sociali ed etiche comuni per raggiungere una dimensione spirituale, dove l'amore è un bene gratuito non legato alla moralità o al comportamento individuale. In questa prospettiva, la vera amicizia si configura come qualcosa di più grande e incondizionato rispetto ai vincoli umani comuni.