Gli uomini quando non sono sicuri vanno al di là del loro scopo.
Trovare nella distribuzione delle ricchezze il massimo punto di durata di disuguaglianza possibile, e così il minimo.
La morale è stata composta dei sentimenti primitivi forti ed utili che potevano sussistere nei stati di società meno affinata e stretta, dopo si è aggiustata come si può colle modificazioni allo stato peggiore.
La parola diritto non è contradittoria alla parola forza, ma la prima è piuttosto una modificazione della seconda, cioè la modificazione più utile al maggior numero.
Il processo medesimo dev'essere finito nel più breve tempo possibile. Qual più crudele contrasto che l'indolenza di un giudice e le angosce d'un reo? I comodi e i piaceri di un insensibile magistrato da una parte e dall'altra le lagrime, lo squallore d'un prigioniero?
L'oscurità delle cause fisiche moltiplica agli occhj del popolo le azioni delle cause morali.
Se è vero che il fine giustifica i mezzi, ne discende che il non raggiungimento del fine non consente più di giustificarli.
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
In tutto dovremmo guardare al fine.
Troverete la pace dello spirito quando prenderete le vostre decisioni e agirete secondo i dettami della vostra natura e dei vostri obiettivi.
Una universale permanente volontà, che ciascuno viva di sé solo e per sé solo, è impensabile, poiché l'esperienza ben presto dimostrerebbe la sua incapacità di raggiungere il fine.
Ogni fine relativo all'individuo in tanto è giustificato in quanto può esser voluto come parte del fine universale.
Non mentiamo a noi stessi, abbiamo tutti bisogno di perseguire qualche scopo nella vita, fosse pure quello, assai raro, di non avere nessuno scopo.
Il segreto per riuscire nella vita è prefiggersi un obiettivo. E il passo essenziale per il suo conseguimento è riuscire prima a individuarlo.
Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questa domanda che il pensiero lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.