In tutto dovremmo guardare al fine.— Jean de La Fontaine
In tutto dovremmo guardare al fine.
Fai attenzione, finché vivrai, a giudicare le persone dall'apparenza.
Tutti si dicono amici, ma pazzo chi se ne fida; nulla è più comune del nome, nulla più raro della cosa.
L'infanzia è senza pietà.
Non siamo così difficili: i più accomodanti, sono i più intelligenti.
Amore, amore, che schiavitù l'amore.
Non mentiamo a noi stessi, abbiamo tutti bisogno di perseguire qualche scopo nella vita, fosse pure quello, assai raro, di non avere nessuno scopo.
Gli uomini quando non sono sicuri vanno al di là del loro scopo.
Ogni fine relativo all'individuo in tanto è giustificato in quanto può esser voluto come parte del fine universale.
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
Se è vero che il fine giustifica i mezzi, ne discende che il non raggiungimento del fine non consente più di giustificarli.
Una universale permanente volontà, che ciascuno viva di sé solo e per sé solo, è impensabile, poiché l'esperienza ben presto dimostrerebbe la sua incapacità di raggiungere il fine.
Non è lo scopo che interessa, sono i mezzi per conseguirlo.
Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questa domanda che il pensiero lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.
Nei certificati di nascita è scritto dove e quando un uomo è venuto al mondo, ma non vi è specificato il motivo e lo scopo.