Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
Tutti si dicono amici, ma pazzo chi se ne fida; nulla è più comune del nome, nulla più raro della cosa.
La ragione del più forte è sempre la migliore.
Sappiate che tutti gli adulatori vivono a spese di quelli che li ascoltano.
Le persone che non fanno rumore sono pericolose.
La morte non prende mai il saggio di sorpresa. Egli è sempre pronto ad andare.
Il nostro atteggiamento verso la sofferenza è assai importante, perchè può influire sulla capacità di affrontare il dolore quando questo si presenta.
La sofferenza dei monaci e della monache, dei solitari d'ambo i sessi, non è una sofferenza della sessualità ma di maternità e di paternità, cioè di finalità.
Un'unica cosa insegno: la sofferenza e la distruzione della sofferenza.
Che cos'è il genio se non l'arte di rendere gradevole la sofferenza?
Spesso non diciamo quello che abbiamo dentro per paura di far soffrire gli altri e così ci portiamo dietro un peso che coni1 tempo diventa una montagna.
Uno non ama meno un luogo solo per averci sofferto, a meno che non sia stata tutta sofferenza, nient'altro che sofferenza.
Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia.
Quelli che soffrono davvero non formano la plebe, non formano un gruppo. Chi soffre, soffre in solitudine.
L'unico antidoto alla sofferenza mentale, è il dolore fisico.
Nulla c'è al mondo che sia vuoto di senso, e il soffrire meno di qualunque altra cosa.