È difficile non credersi superiori, quando si soffre di più.— Marguerite Yourcenar
È difficile non credersi superiori, quando si soffre di più.
La paura e l'orrore della carne si traducono in centinaia di piccoli divieti che vengono accettati come naturali.
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
La sofferenza che si cagiona è l'ultima di cui ci si accorge.
Il turismo seleziona il mondo.
C'è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.
Lasciate che il vostro cuore soffra per l'afflizione e la disperazione degli altri.
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente.
C'è qualcosa di terribilmente morboso nella compassione che oggi si prova per la sofferenza. Si dovrebbe provare simpatia per il colore, la bellezza, la gioia di vivere. Quanto meno si parla dei mali della vita, tanto meglio è.
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
È tanto facile avere simpatia per la sofferenza. E tanto difficile avere simpatia per il pensiero.
Se una sofferenza ci tormenta senza aiutarci, bisogna smetterla prima possibile e allontanare dal cuore conforti illusori e l'amara voluttà del dolore.
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Che cos'è il genio se non l'arte di rendere gradevole la sofferenza?
Ciò che propriamente fa rivoltare contro la sofferenza non è la sofferenza in sé, bensì l'assurdità del soffrire.
Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.