L'infanzia è senza pietà.— Jean de La Fontaine
L'infanzia è senza pietà.
Ognuno dice di essere un amico: ma solo un pazzo ci conta; niente è più comune del nome, niente è più raro della cosa.
In tutto dovremmo guardare al fine.
Il tempo e la pazienza possono più della forza o della rabbia.
Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
L'invidia apriva loro gli occhi: è un demone che non si lascia sfuggire nulla, e che trae conclusioni da ogni cosa, proprio come la gelosia.
In confronto alla morte, l'amore è una faticosa faccenda infantile, sebbene gli uomini credano più nell'amore che nella morte.
L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.
Penso che tutti ci ricordiamo la nostra infanzia, è solo che talvolta non troviamo il giusto modo per accedere alla memoria che ad essa ci conduce.
Ho sentito una sorta di ingovernabile pazzia nei perversi atti sessuali. Non ho potuto controllare le mie azioni perchè sin dall'infanzia non sono mai stato capace di vedermi come un vero uomo e un completo essere umano.
C'è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: "È ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande". Avevo tre anni.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
Si parla della propria infanzia quando non c'è più, quando non la si capisce più molto bene.
Nessuna infanzia è priva di terrori.
Vedere la mia infanzia? Più di dieci lustri me ne separano e i miei occhi presbiti forse potrebbero arrivarci se la luce che ancora ne riverbera non fosse tagliata da ostacoli d'ogni genere, vere alte montagne: i miei anni e qualche mia ora.
Se non fosse per questo dolce scandalo dell'infanzia, in uno o due secoli l'avarizia e l'inganno avrebbero disseccato la terra.