Adolescente: dicesi di colui che sta lentamente guarendo dall'infanzia.
Fegato. Organo di dimensioni rilevanti e di colore rosso che la provvida natura ci ha cortesemente fornito per consentirci di avere attacchi di bile.
Mascalzone. Gentiluomo alla rovescia, le cui qualità sono state accuratamente messe in mostra come le ciliege al mercato, e cioè con le più belle in alto e bene in vista, mentre poi qualcuno commette l'errore di aprire la cassetta dalla parte sbagliata.
Telefono. Infernale invenzione che elimina parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli.
Belladonna. In Italiano una bella donna; in Inglese un mortale veleno. Un chiaro esempio dell'essenziale identità delle due lingue.
Pazienza: una forma ridotta di disperazione, travestita da virtù.
Se l'adulto rimpiange l'infanzia, è perché non la ricorda o perché la ricorda male.
Non arrivavano in molti fino a trent'anni. La vecchiaia era un privilegio di alberi e pietre. L'infanzia durava quanto quella dei cuccioli di lupo. Bisognava sbrigarsi, fare in tempo a vivere prima che tramontasse il sole, prima che cadesse la neve.
Tutti gli scrittori scrivono della loro infanzia! Se io scrivessi della mia non ti vorresti sedere nella stessa stanza con me.
L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori.
Nell'infanzia di tutti i popoli, come in quella dei singoli individui, il sentimento ha sempre preceduto la riflessione ed è stato il suo primo maestro.
Nessuna infanzia è priva di terrori.
Inevitabilmente tutti i grandi uomini conservano qualcosa di infantile.
Nella filosofia odierna troviamo tutte le teorie infantili, ma senza quell'aspetto accattivante proprio di ciò che è infantile.
La mia infanzia è stata un periodo di attesa del momento in cui potessi mandare al diavolo tutto e tutti di quel tempo.