Il cinismo è una sorta di fratello cattivo del disincanto.— Claudio Magris
Il cinismo è una sorta di fratello cattivo del disincanto.
I grandi umoristi e i grandi comici, da Cervantes a Sterne o a Buster Keaton, fanno ridere della miseria umana perché la scorgono in primo luogo in se stessi, e questo riso implacabile implica un'intelligenza amorosa del comune destino.
La scienza è o dovrebbe cercare di essere avalutativa, dare delle analisi più che dei giudizi di valore; il suo compito è quello di impostare correttamente l'equazione, che poi ognuno è chiamato a risolvere secondo i propri dei, i propri principi e i propri valori.
Ciò che conta non è la tavolata di baldoria ma la qualità del vino di ogni giorno. Non conta l'anniversario del matrimonio bensì gli altri 364 giorni dell'esistenza condivisa e che lo stesso vale per il volgere di secoli e millenni e per gli anni santi dei 24 che li seguono o li precedono.
Una buona divulgazione invita ad approfondire l'originale.
Ma le cose saltano fuori, e gli ombrelli della nostra vita, lasciati qua e là, una volta o l'altra finiamo per ritrovarceli di nuovo in mano.
Gran bevitori, i cinici.
Il cinismo é l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.
Il cinismo è la comicità in cattiva salute.
Il cinismo uccide tanto quanto esplosivi, mitra e coltelli.
Il cinismo è la crudeltà dei delusi: non possono perdonare alla vita di aver ingannato le loro certezze.
Un cinico è uno che, quando sente profumo di fiori, si guarda in giro per vedere dov'è la bara.
L'arma peggiore di una donna ferita è il cinismo. Anche la più equilibrata può essere di una violenza spaventosa.
I cinici sono tutti moralisti, e spietati per giunta.
Destino cinico e baro.
Questa iniziativa è stata fatta col padre cinico della RAI.