Il sentimentalismo è la negazione del sentimento.
Il mistero più grande, anche e soprattutto per la fede, è l'al di qua, la vita appassionata e fragile, e che il modo più profondo di pregare è partecipare con amore e umiltà alla sua breve parabola.
Un'onesta e fedele divulgazione è la base di ogni seria cultura, perché nessuno può conoscere di prima mano tutto ciò che sarebbe, anzi è necessario conoscere.
L'etica della responsabilità, che pensa non solo alla purezza degli ideali, ma anche alle loro conseguenze per gli altri, è un fondamento della vita civile e della democrazia.
La laicità non significa, come stupidamente si ripete, mancanza o negazione di fede religiosa, bensì distinzione tra ciò che è oggetto di ragione e ciò che è oggetto di fede.
Occorre disponibilità a modificarsi, accogliendo le lezioni della realtà.
È il destino inevitabile del sentimentale. Tutte le sue opinioni mutano e si trasformano in quelle opposte al primo tocco della realtà.
Ogni epoca ha il proprio sentimentalismo, il suo modo di esagerare certi strati della sensibilità. Il sentimentalismo d'oggi è egoista e disamorato; amplifica non i sentimenti d'amore ma il sentimento del proprio io.
Sentimentale. Chi desidera il lusso di un sentimento senza pagare per averlo.
In alcuni il sentimentalismo mostra l'impossibilità di un uso attivo dell'intelligenza; in altri mostra l'assenza dell'intelligenza stessa.
Il sentimentalismo è sentimento comprato sotto costo.
Il sentimentalismo è il festival del cinismo.
Il sentimentale è uno che annette un valore assurdo a tutto e ignora il prezzo assegnato a qualsiasi singolo oggetto.
Il sentimentalismo non è semplice sensualismo, ma falso spiritualismo: per quanto belle siano le note che trae dalla nostra natura, provengono filate con arte, dal bruto interiore che è in noi.
Si corregge il sentimentalismo non diventando cinici ma diventando seri.