Anche oziare, ma con consapevolezza, può essere un'arte.
Rifiutando il concetto di schiavitù umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali.
Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa.
L'ignoranza può essere sublime, ma è sempre perdente e conduce verso la catastrofe.
Ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee.
Un mio principio è non avere niente nella propria vita di cui non si possa parlare pubblicamente. Il che non vuol dire essere spudorati, ma solo sinceri.
Fa bene a tutti lavorare. L'ozio fa male.
Stare in ozio richiede un forte senso di identità personale.
L'ozio è il principio di tutti i vizi e il coronamento di tutte le virtù.
Nessun grado di stanchezza arreca sofferenza quanto l'essere perfettamente riposati e senza niente da fare.
Coltivare l'ozio è il fine dell'uomo.
Ho lo spirito molto elastico, e credo di sapermi adattare a qualsiasi posizione. La sola cosa che non potrei guardare senza fremere, sarebbe una vita perfettamente oziosa oppure unicamente speculativa. Ho bisogno d'impiegare non solo le mie facoltà intellettuali, ma anche le mie facoltà morali.
L'ozio non ci fa fare quelle cose che non avremmo comunque fatto.
Ozio (s.m.). Intervalli di lucidità nei disordini della vita.
Convento. Luogo di ritiro per signore che desiderano poter meditare a loro agio sugli effetti letali dell'ozio.