Non vi è nulla di politicamente corretto che sia moralmente sbagliato.
Voglio che tutta l'Europa e l'America lo sappiano - voglio che l'Inghilterra senta la sua debolezza qualora si rifiutasse di dare la giustizia che gli irlandesi richiedono - il restauro del nostro parlamento nazionale.
Nulla di ciò che è moralmente sbagliato è politicamente corretto.
L'altare della libertà vacilla se cementato con il solo sangue.
Il denaro parla sensatamente in una lingua che tutte le nazioni capiscono.
Basta parlare di spallate a Prodi.
Nessuna forza politica, nessun potere imposto con una bandiera vale tanto quanto la libertà naturale di una singola persona.
Ciò che gli osservatori politici interpretano come indifferenza dell'elettorato può rappresentare, al contrario, un salutare scetticismo nei confronti di un sistema politico in cui la menzogna e la frode sono diventate una prassi abituale ed endemica.
In politica non importa ciò che è reale. Importa ciò che agli sprovveduti appare reale. E ciò che appare reale lo fanno i media e gli sprovveduti ci credono.
Antipolitica è dire «ce lo chiede l'Europa», ma se poi l'Europa ci chiede la legge anticorruzione, allora l'Europa si faccia i cazzi suoi.
Normalmente la commistione tra scacchi e politica va a finire male. Il significato di essere campione del mondo, re degli scacchi, è quello di rinforzare la piramide mondiale scacchistica, un regno che non ha frontiere. Unire gente di varie confessioni, varie fedi, culture, etnie.
L'accumulo di denaro non va d'accordo con la democrazia. Chi concentra molto denaro può influenzare la società, piegare la politica e quindi la gestione della cosa pubblica ai suoi interessi.
Pochi nemici buona politica.
In un'intervista alla Stampa, Giorgio Bocca ha detto che io sono un bravissimo giornalista che non capisce nulla di politica. Bocca non mi delude mai: riesce sempre a dire di me quello che io penso di lui.