Il termine Europa allude evidentemente all'unità di una vita, di un'azione, di un lavoro spirituale.
L'uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare.
Sia che la fisica sia rappresentata da un Newton da un Planck o da un Einstein o da qualsiasi altro scienziato del futuro, essa è sempre stata e continua ad essere una scienza esatta.
Il tempo è la forma ineliminabile delle realtà individuali.
La costruzione dell'Europa è un'arte. È l'arte del possibile.
Al tempo di Lutero e di Calvino, l'Europa si faceva sterminare per stabilire se ci si salva con le opere e con la fede, o solo con la fede. Ma oggi nessuno darebbe una goccia di sangue per tutti i dogmi vecchi e nuovi.
Gli immigrati dal Nord Africa sono un problema europeo. Ma l'Unione Europea, purtroppo, continua a proporre soluzioni obsolete, che andavano bene in un'altra epoca. L'Europa è da rifondare. Anzitutto nella solidarietà.
Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare.
L'Europa non è stata una cultura più criminosa di altre, anche se ha commesso più crimini.
L'Europa ci incastra meno di quanto credessimo: s'è italianizzata col ritorno dell'Est ai tedeschi. Né la sua moneta, né la sua forma politica sono fatte per durare.
Avremo l'Europa quando avremo un comune sentimento europeo.
Ma quest'Europa che la fate a fare? È solo di banche e di parole! È un guinzaglio stretto bene al collo del popolo e della nazione!
L'Europa deve a questa pluralità di percorsi tutto il suo sviluppo progressivo e multiforme.
Chi crede nell'Europa sarà contento se si farà ogni tanto un passo avanti e mezzo passo indietro. La democrazia, ha scritto Günter Grass lodandola per questo, ha il passo della lumaca.
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