Sono qui oggi perché io sono gay.— Ellen Page
Sono qui oggi perché io sono gay.
È fantastica, con gli anfibi militari, i jeans neri, i capelli grigi spettinati, sempre animale da palcoscenico, anche nella vita. Se questo non è sexy, non so cosa lo sia.
Non vedo perché vergognarsi delle storie d'amore omosessuali, o perché farne una questione.
Donne. Rapporti omosessuali non ne ho mai avuti, ma è capitato che fossimo in tre o quattro e ci fossero anche uomini. Comunque, con Cracco non scapperei mai. Magari con Bastianich.
Mia madre lo venne a sapere da un telegiornale, fu difficile all'inizio. Mi fece una scenata: Cosa dico alla vicina? Nulla, non dirle nulla mamma. E poi se amo un uomo o una donna che importanza ha per te? Lei mi guardò e poi mi disse: "È vero, non ha nessuna importanza".
È una discussione in corso: c'è una componente genetica e una componente ambientale. Le varie combinazioni producono persone omosessuali più o meno risolte, più o meno felici, più o meno serene.
L'omosessualità fu un fenomeno frequente, quasi un'istituzione munita di importanti funzioni, presso i popoli antichi all'apice della loro civiltà.
Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell'omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici.
Non sono contro gli omosessuali. Anzi, è bene che si moltiplichino, perché aumenta la richiesta di veri maschi.
L'omosessualità per la classe povera non è un vizio ma un modo per accedere alle classi superiori.
Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l'omosessualità una specie di "malattia". Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice.