La pittura Veneziana è essenzialmente colore.
Venezia ha alimentato il mio entusiasmo giovanile per l'Arte, infondendomi l'ardente desiderio di approfondire sempre di più lo studio della pittura.
Mi è successo di trovarmi da mesi a letto ammalato e di sentire prepotente il bisogno di dipingere.
La pittura è stata ed è la passione più grande della mia esistenza, oserei dire la mia vita stessa.
Luce iridescente, grigiore madre-perlato, visione fra sogno e realtà.
La pittura viene correttamente chiamata "arte della somiglianza".
Io non dipingo cose, ma soltanto i rapporti che le collegano.
La pittura non deve essere esclusivamente visiva o retinica, deve 'interessare' anche la 'materia grigia'.
Quando ci si dice "io non sono pittore" è allora che bisogna dipingere.
Non vi è alcuna prova che Elisabetta abbia avuto molto gusto per la pittura; essa, però, ha amato i quadri che la raffiguravano.
La pittura di Frappi appare come una sorta di pacata provocazione a un'arte figurativa che rifiuta letture e non vuole darne.
In natura, la luce crea il colore. Nella pittura, il colore crea la luce.
Da ragazzo volevo dipingere, il mio primo amore è stata la pittura. Poi, dopo aver visto a Parigi una mostra sconvolgente di Francis Bacon, abbandonai l'idea.
Il tempio dell'arte è fatto di parole. La pittura e la scultura e la musica non sono che decorazioni alle sue finestre, traggono tutto il loro significato dalla luce, e il suggestivo solo dall'utilizzo del tempio.
Quando avete perduto la virtù di tentare, avrete perduto anche la virtù di fare. Bisogna ritrovarsi ogni volta dinanzi alla tela bianca con l'anima nuova come la tela.