Si ha voglia dell'amore, anche se spesso ci accorgiamo di non avere delle buone carte, ma si ha voglia ugualmente di giocare, di rilanciare, per desiderio di un brivido maggiore, per il fascino del rischio, o anche semplicemente per l'idea di avere una gabbia da cui poter scappare.

Fabio Volo
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La nostra interpretazione

Il pensiero espresso riflette la tensione profonda tra il desiderio di amare e la consapevolezza dei propri limiti, delle proprie fragilità e delle condizioni spesso sfavorevoli in cui questo desiderio prende forma. L’essere umano sente comunque il bisogno di buttarsi, di esporsi, anche quando intuisce di non avere molti strumenti emotivi, esperienze positive o garanzie per riuscire. L’amore è rappresentato come un gioco in cui si continua a puntare, nonostante le probabilità siano contro, perché la posta in palio è un’emozione intensa, un brivido che rompa la routine e faccia sentire vivi. Allo stesso tempo emerge un’ambivalenza: da un lato la ricerca del rischio, dall’altro la tentazione di usare il legame come una sorta di prigione confortevole, un recinto che offre alibi e abitudini, ma da cui si sogna anche di evadere. Il rapporto affettivo diventa una gabbia scelta, una condizione che rassicura e imprigiona allo stesso tempo. In questo movimento contraddittorio si manifesta la natura paradossale del bisogno d’amore: si vuole essere legati e insieme liberi, protetti e allo stesso tempo scossi, certi di qualcosa ma anche pronti a rimettere tutto in gioco pur di non rinunciare alla possibilità di sentire più intensamente la propria esistenza.

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