Infelice colui che legge la sua gloria nello sguardo volubile del pubblico.— Fatou Diome
Infelice colui che legge la sua gloria nello sguardo volubile del pubblico.
Chi de la gloria è vago sol di virtù sia pago.
La gloria disdegnata ritorna talvolta, a tempo debito, accresciuta.
La gloria del mondo è transitoria. E non è certo la gloria a fornirci la misura della nostra vita, ma piuttosto la scelta di seguire la nostra leggenda personale, di credere nelle nostre utopie e di lottare per esse.
La gloria di colui che tutto move per l' universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove.
Alla teologia della Gloria è inscindibilmente collegata la teologia della Croce.
In una goccia di approvazione da parte di Dio c'è più gloria che in un mare di lode umana.
Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi.
Che cosa è mai la gloria se non la somma dei malintesi raccolti intorno a un grande nome?
La gloria degli scrittori, non solo, come tutti i beni degli uomini, riesce più grata da lungi che da vicino, ma non è mai, si può dire, presente a chi la possiede, e non si ritrova in nessun luogo.
Sicuramente un Re che ama il piacere è meno pericoloso di uno che ama la gloria.