A' generosi, giusta di glorie dispensiera è Morte.
Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava; è delitto non punito dalle leggi, ma perseguitato più crudelmente dal mondo.
L'uomo non si accorge quanto ei possa fare, se non quando tenta, medita e vuole.
La quiete si ha da sacrificare alla coscienza e all'onore.
Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.
La ricchezza va stimata più di tutte quelle cose che ella può dare e meno di quelle cose che ella non può dare.
La vera gloria consiste nel fare ciò che merita di essere scritto, nello scrivere ciò che merita di essere letto; e nel vivere in modo da rendere il mondo più felice per il fatto che ci stiamo vivendo.
Il sogno dell'eroe è quello di essere grande in tutte le cose e piccolo nei confronti di suo padre.
Chi sta sulla punta dei piedi non si tiene ritto, chi sta a gambe larghe non cammina, chi da sé vede non è illuminato, chi da sé s'approva non splende, chi da sé si gloria non ha merito, chi da sé s'esalta non dura a lungo.
La gloria è l'ombra della virtù: la seguirà anche contro il suo volere.
La gloria, quanto più dovrà durare, tanto tardi giungerà.
Gli attori sono ben felici, hanno una gloria senza responsabilità.
Custodire la propria gloria è difficil cosa.
Ci sono sconfitte più gloriose che vittorie.
Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.
Vi sono crimini che diventano innocenti e perfino gloriosi a causa del loro splendore, numero ed eccesso.