Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Non bisogna temere la malinconia, perché temendola la feriamo e la rendiamo più aggressiva. Conviene accettarla educatamente, la si può persino gustare.
La vita, una lotta indomabile contro il sospetto che tutto sia vano.
Prima regola per guadagnare: non comprare libri che insegnano a guadagnare.
La fraternità con i libri è forse la più alta forma di vita sociale.
Alcuni sono resi grandi dalla sconfitta, altri meschini dalla vittoria.
Una narrazione che non passa attraverso l'io dell'autore non è letteratura ma solo un semplice prodotto.
Mi chiedo se la forza del racconto non nasca nell'uomo da millenni di cammino, se il narrare non nasca dall'andare. E se il nostro mondo abbia disimparato a raccontare semplicemente perché non viaggia più.
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