La medicina è l'arte che insegna ad ammazzare.
Non è saggio chi conosce dove si trova il tesoro, ma chi lavora per prenderlo.
Non migliora affatto il proprio stato chi cambia solamente luogo e non vita e abitudini.
Non è felice quello a cui la fortuna non può dare di più, ma quello al quale non può togliere nulla.
Cento delinquenti fanno meno male di un giudice cattivo.
L'ipocrisia esteriore, essendo un peccato della morale, è una grande virtù politica.
Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dai malati.
Non vi è speranza che la scienza medica possa mai diventare una scienza, dato che si basa sull'idea che un oggetto - la malattia - possa essere guarita allorché il farmaco specifico - il rimedio - viene scoperto.
Si credeva che Apollo, dio della medicina, fosse anche quello che mandava le malattie: in origine i due mestieri ne formavano uno solo; è ancora così.
L'arte della medicina consiste nel tenere allegro il paziente mentre la natura opera la guarigione.
Il malato deve guidare il medico, come il cane il cacciatore.
La medicina è anche una professione di morte, medicina e "medicidio".
Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi. La medicina ha inventato l'arte di prolungarle.
La salute è lo stato di cui la medicina non ha nulla da dire; santità è lo stato di cui la teologia non ha nulla da dire.
La medicina è un tema universale. Io ho scoperto in prima persona quanto sia importante prendersi cura di sé, rimettere a fuoco se stessi, la malattia è come una sfocatura. Un buon medico permette di ritrovarsi, di parlare con se stessi e con il proprio corpo.
È privilegio esclusivo dei medici uccidere un uomo e restare impuniti.