L'invidioso piange più del bene altrui che del proprio male.— Francisco de Quevedo
L'invidioso piange più del bene altrui che del proprio male.
Il gusto di compiacere l'amico è un demonio tentatore.
Il ricco mangia, il povero si nutre.
Non è saggio chi conosce dove si trova il tesoro, ma chi lavora per prenderlo.
Si può ben perdonare a un uomo di essere sciocco per un'ora, quando ci sono tanti che non smettono mai di esserlo nemmeno per un'ora in tutta la loro vita.
Un io feroce: ecco l'invidioso.
Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi.
L'invidia è il sintomo della mancanza di apprezzamento del proprio valore di unicità e di autostima. Ognuno di noi ha qualcosa da dare che nessun altro ha.
Anche in uno stato oppresso c'è la possibilità per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
L'invidia non è altro che un odio per la superiorità altrui.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
Ogni qual volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.