Nel suo aforisma, Nietzsche esplora la natura complessa del coraggio non solo come abilità fisica o emotiva di affrontare pericoli diretti, ma anche in termini di discernimento e autolimitazione. Afferma che il vero valore dell'essere un guerriero risiede nel sapere quando e verso chi applicare le proprie forze; l'autore implica così una profonda saggezza nell'intelligenza strategica, oltre alla semplice abilità fisica o la tempra morale. Il trattenersi da azioni che non servono a un fine più grande richiede uno sforzo mentale e spirituale notevole quanto quello necessario per agire coraggiosamente in battaglia. Nietzsche suggerisce quindi una visione del coraggio come qualcosa di molto più sofisticato rispetto alla sua interpretazione comune, che va oltre l'essere semplicemente audaci o temerari e si concentra sulla capacità di fare scelte sagge per un fine superiore.