Chi scrive aforismi non vuole essere letto ma imparato a memoria.
Se dovessi cercare una parola che sostituisce "musica" potrei pensare soltanto a Venezia.
Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l'occhio dell'invidia.
Il peggiore nemico che puoi incontrare, sarai sempre tu per te stesso.
Parlare molto di sé può anche essere un sistema per nascondersi.
Vuoi cattivarti la sua simpatia? Mostrati imbarazzato dinanzi a lui.
Gli aforismi non devono essere verità "escogitate", ma illuminazioni istantanee che vengono dall'inconscio.
Un aforisma non deve necessariamente essere vero, ma deve superare la verità.
A nessuno dovrebbe essere consentito di scrivere più di un aforisma: non c'è anima così grande che non si possa esprimere con poche e precise parole.
Le massime generali sono, nella disciplina della vita, ciò che la pratica è per l'arte.
L'aforisma è una scheggia d'universo. Ricostruire la vetrata è un po' più difficile.
Quanti milioni di alberi si sarebbero potuti salvare se, invece di scrivere un brutto romanzo, molti scrittori si fossero accontentati di un solo aforisma.
L'aforisma è il potere che limita e rinchiude. Forma che ha forma di orizzonte, che è il proprio orizzonte. Da qui si vede anche in che cosa sia attraente, sempre ritratta in se stessa, con qualcosa di cupo, di concentrato, di oscuramente violento che la fa rassomigliare al delitto di Sade.
Il rifiuto aggressivo, ostinato del sistema. L'aforisma, ormai.
Come la lettera rubata di Poe, la verità di un aforisma era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ci aveva guardato.
Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole.