Il determinismo è dannoso solo per quella morale che crede al libero arbitrio come presupposto della moralità, crede alla "responsabilità".
Di solito la madre, più che amare il figlio, si ama nel figlio.
La pazzia è nei singoli qualcosa di raro, ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli e nei tempi è la regola.
A volte bastano già occhiali più forti per guarire gli innamorati; e chi avesse forza d'immaginazione sufficiente per figurarsi un volto, una figura più vecchia di vent'anni, passerebbe forse attraverso la vita affatto indisturbato.
La donna è stato il secondo errore di Dio.
Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
Il libero arbitrio resterebbe inefficace senza l'aiuto continuo della grazia di Dio.
Non abbiamo oggi più alcuna pietà per il concetto di "libero arbitrio": lo sappiamo anche troppo bene che cosa sia, il più malfamato trucco dei teologi che sia mai esistito, mirante a rendere l'umanità "responsabile" nel senso loro, ossia renderla a essi soggetta.
La virtù dipende da noi, e così pure il vizio. Infatti, nei casi in cui dipende da noi l'agire, dipende da noi anche il non agire, e in quelli in cui dipende da noi il non agire, dipende da noi anche l'agire.
In base al concetto empirico di libertà diciamo: "Io sono libero se posso fare ciò che voglio", e con questo "ciò che voglio" la libertà è già definita. Ma, dato che cerchiamo la libertà del volere, la domanda andrebbe formulata così: "Puoi anche volere ciò che vuoi?
Se dipende da noi compiere le azioni belle e quelle brutte, e analogamente anche il non compierle, e se è questo l'essere buoni o cattivi, allora dipende da noi l'essere virtuosi o viziosi.
Presupponendo il libero arbitrio ogni ragione umana sarebbe un miracolo inspiegabile, un effetto senza causa.
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