Una montagna non può spaventare chi vi è nato.
La violenza è sempre terribile anche quando la causa è giusta.
Il forte è potentissimo quand'è solo.
Chi non osa nulla, non speri in nulla.
L'ambizione ha gli occhi di bronzo, che mai il sentimento ha inumiditi.
Soltanto un giocatore disperato tenta il tutto per tutto.
Sulle vette è più caldo di quanto non si immagini nelle valli, soprattutto in inverno.
Chi ha fede muove le montagne; chi ha fede fa proseliti; chi ha fede vince le battaglie.
Che ci faccio in montagna? Più ci vado e più mi accorgo di essere scarso. L'aumento di esperienza mi denuncia meglio i difetti. Conoscere non m'incoraggia, anzi mi pesa. L'esperienza accresciuta misura la mia insufficienza.
Ogni volta che vedo una montagna mi aspetto che si trasformi in un vulcano.
Lassù si erano liberati dal desiderio di felicità e perfino dalla speranza, perciò vivevano in pace e tranquilli, avevano cioè trovato la felicità. Ma loro non lo sapevano e campavano così.
Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.
La rinuncia in montagna è un atto di umiltà, perciò difficile.
È l'abisso d'aria intorno ai fianchi, a sollevare le montagne. Si sono fatte un posto in cielo spinte dal fondo della terra. Esiste in natura una forza di sollevamento, una continua lotta contro la legge di gravità.
Mentre il mio spirito se ne va in macchina lungo il mare su strade sterrate rognose più tossiche di un sigaro scadente e mentre continuo ad andare solo e spensierato le case dei ricchi su in alto sembrano folli, annebbiate e atterrite sulle cime delle piatte montagne.
I monti a cupo sonno supini giacciono affranti.