Non faccio elemosine. Non sono abbastanza povero per farle.— Friedrich Nietzsche
Non faccio elemosine. Non sono abbastanza povero per farle.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
Ahimé! Si avvicina il tempo in cui l'uomo non genererà più stelle. Ahimé! Si avvicina il tempo dell'uomo più disprezzabile, quello che non sa più disprezzarsi.
In un colloquio un po' lungo anche il più saggio diventa una volta pazzo e tre volte minchione.
Spesso la sensualità affretta troppo il crescere dell'amore, di modo che la radice resta debole e facilmente può essere divelta.
Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini superiori.
Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
E mentre anche se costretto a chiedere la carità un uomo può essere e rimanere libero, nessuno mai può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.
La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l'elemosina.
Si fa l'elemosina, per levarsi d'innanzi il miserabile che la chiede.
La migliore elemosina è quella che quando la mano destra dà, la sinistra non lo sa.
Da ciascuno secondo le sue facoltà, a ciascuno secondo i suoi bisogni.
L'elemosina incoraggia l'assuefazione invece che l'autostima e la capacità di cavarsela da soli.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
Quel povero mutilato era troppo distratto. Chiedeva l'elemosina tendendo la mano che gli mancava.
I poveri amano l'elemosina dei ragazzi perché non li umilia, e perché i ragazzi che han bisogno di tutti, somigliano a loro... L'elemosina d'un uomo è un atto di carità: ma quella d'un fanciullo è insieme una carità e una carezza.