L'elemosina è sorella della preghiera.— Victor Hugo
L'elemosina è sorella della preghiera.
La vita non è che una lunga perdita di tutto ciò che si ama. Ci lasciamo dietro una scia di dolori. Il destino ci confonde con una prolissità di sofferenze insopportabili. E con tutto ciò ci si stupisce che i vecchi si ripetano. È la disperazione che ci rimbecillisce.
Il coraggio non teme il delitto e l'onestà non teme l'autorità.
I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà.
Amare, ecco la sola cosa che possa occupare e riempire l'eternità: all'infinito occorre l'inesauribile.
Il cadere non esclude il librarsi. Dalla caduta sorge l'ascesa.
Attraverso l'esercizio della solitudine si coltiva la dignità: trovo estremamente più dignitoso chiedere l'elemosina che fare le scarpe al proprio collega in ufficio.
Come può una persona fare l'elemosina a un povero uomo con un cuore pulito quando crede, e ha interesse a credere, che ci sia un Dio che tiene il punteggio in cielo, che guarda verso il basso e annuisce in segno di approvazione?
Sudi la tua elemosina nelle tue mani fintantoché saprai a chi dai.
Certi uomini di cattivo cuore credono di riconciliarsi con il cielo quando danno una elemosina.
Bisogna fare soltanto elemosine anonime. Hanno il grande vantaggio di sopprimere l'ingratitudine.
Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce.
Fare l'elemosina a un uomo nudo, per strada, non esaurisce gli obblighi dello Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini la sopravvivenza, il nutrimento, un vestire dignitoso, e un modo di vivere che non contrasti con la sua salute.
Quanto al mendicare, è più prudente mendicare che prendere, ma è più bello prendere che mendicare.
Da ciascuno secondo le sue facoltà, a ciascuno secondo i suoi bisogni.