L'ira è il ricordo di un odio nascosto o di un rancore.— Giovanni Climaco
L'ira è il ricordo di un odio nascosto o di un rancore.
Colui che ha l'amore rende a sé estranea l'ira, ma chi coltiva l'odio raccoglie per sé fatiche inopportune.
Il silenzio praticato con cognizione di causa è padre della preghiera, affrancamento dalla schiavitù, custodia del fuoco, sentinella dei pensieri.
Come non è possibile uccidere le fiere senza armi, così neppure è possibile acquisire la mancanza di rancore senza umiltà.
Io so che l'odio come l'ira hanno la loro funzione nello sviluppo della società, perché l'odio dà la forza e l'ira sprona al mutamento.
L'ira sfrenata genera pazzia.
L'ira trasforma nel suo contrario tutto ciò che è ottimo e giustissimo. Non consente che si ricordi di alcun dovere colui che da essa è posseduto: fa di un padre un avversario, d'un figlio un parricida, d'una madre una matrigna, d'un cittadino un nemico, d'un re un tiranno.
Ero arrabbiato con il mio amico: Io glielo dissi, e la rabbia finì. Ero arrabbiato con il nemico: Non ne parlai, e la rabbia crebbe.
L'ira è bramosa di punire, e non è affatto conforme alla natura dell'uomo che una tal brama egli nutra nel suo cuore mansueto. La vita dell'uomo si fonda sulle buone azioni e sulla concordia, ed è spinta al patto di comune aiuto non dalla paura ma dall'amore reciproco.
Un adirato può non essere irascibile, un irascibile, talvolta, può non essere adirato.
Sappiate questo, miei diletti fratelli. Ogni uomo dev'essere pronto a udire, lento a parlare, lento all'ira; poiché l'ira dell'uomo non opera la giustizia di Dio.
La rabbia impotente fa miracoli.
Nessuno diventa più forte adirandosi, tranne colui che senz'ira non sarebbe stato forte.