Non mi piace quando la politica serve a far vedere le facce di onorevoli in televisione.— Giovanni Toti
Non mi piace quando la politica serve a far vedere le facce di onorevoli in televisione.
La televisione deve dare le notizie; il mestiere del giornalista è raccontare a chi torna a casa quello è accaduto di importante in questo Paese su cronaca, politica o economia. Spesso privilegiamo la cronaca sulla politica, ma non la rifuggiamo.
La forza di un gruppo editoriale è la polifonia.
La politica italiana si genuflette la domenica davanti alle icone della cultura, ma si guarda bene dall'impegnare se stessa e le risorse per qualcosa che, ai suoi occhi, elettoralmente non significa granché perché non influenza i grandi numeri come facevano il sindacato e i partiti organizzati.
Solo i malvagi e gli stupidi possono accordare fedeltà totale a un partito.
Non è la magistratura che deve fare un passo indietro; è la politica che deve fare tre o quattro passi avanti. Senza prevaricarci, possibilmente senza legarci le mani.
Il bene pubblico richiede che si tradisca e che si menta e che si massacri.
Nell'uomo politico si incarna lo stato medio di una società i vizi, le mediocrità, i difetti come se egli ne assorbisse i mali alla maniera dei vecchi stregoni che succiano la ferita purulenta succhiandone anche il maleficio.
Occorrono di continuo delle soluzioni da provare e da scartare se non hanno riflessi positivi, come nella ricerca il dogmatico è l'illuso possessore di una verità definita, così in politica l'utopista è l'illuso possessore di una verità politica perfetta.
Ecco un animale con una pelle spessa mezzo metro e nessun interesse apparente alla politica. Che spreco.
Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto.
Solamente tra le morali e politiche lecita l'economia per ragioni facili a capirsi.
La libertà politica è una condizione preliminare del libero uso della ragione di ogni individuo.