Guy de Maupassant offre una metafora poetica dell'amorosa esperienza umana, sottolineando il suo effimero e fulmineo carattere. Attraverso l'uso delle immagini del temporale improvviso seguito da un ritorno alla quiete atmosferica post-eventi estremamente violenti o intensificati nella loro brevità come la folgore, egli suggerisce che le esperienze d'amour possono essere altrettanto intense e transitorie. La domanda finale "Si può ricordare una nuvola?" pone ulteriormente il problema della natura fugace dell'emozione amorosa: essa si erge come un passaggio momentaneo, talvolta intenso quanto la folgore o poderoso e minaccioso tanto quanta uno spaventevole temporale - ma poi viene rapidamente rimosso dal paesaggio emotivo quotidiano. Questa frase offre una riflessione delicata sul carattere evanescente dell'amor, suggerendo che mentre possiamo sentire la sua presenza con forza nel breve periodo in cui è presente nella nostra vita, essa scompare poi come le nuvole del cielo senza lasciare traccia.